Questo è il racconto di Cristian, del suo viaggio in moto sul Monte Jafferau.
Per chi non lo conoscesse, il Monte Jafferau si eleva di fronte al comune di Bardonecchia, in provincia di Torino.
E’ una meta ambita non solo dai motociclisti, bensì, anche da sciatori, escursionisti e ciclisti.
Quello che ha dell’incredibile è che, a Cristian, questo viaggio l’ha suggerito un’amica particolare…
Buona lettura.
Svegliati, Cristian
Miao…miaoo…miaooo…
Guardo l’ora…05:55
Miaooo…Miaoooooo
Ok…mi alzo!!!
Eh sì, la mia micia Viola ha deciso che mi devo alzare!!! Ma sono in ferie, penso…
…niente a Lei non interessa…
Ok, 06:10, seduto in cucina con un caffè davanti, guardo lei sul suo “trespolo” che dorme!!!
Vigliacca!!!
Cosa faccio??? Inizio a pensare, per quel che riesco…
Se mi ha svegliato, un motivo ci sarà…
Mi cade l’occhio sul Garmin Xt, li davanti, dove io non l’ho appoggiato…un segno?
Ok, lo accendo e, il diavolo biker che è in me giá si agita, ha visto una traccia che tempo prima avevo creato su BaseCamp.
Jafferau.
Ok, tutto chiaro, 45 minuti dopo sono vestito è pronto per partire.
Si parte
Aria frizzante, l’ideale; quella che ti sveglia e che ti fa guidare bene.
Come sempre, per me, tocca un po’ di autostrada…va be si fa anche questa…tanto la testa è già la…in vetta.
È la prima volta, “nelle ossa” ho quella sensazione di “avventura”, di non sapere cosa mi aspetta.
Il diavoletto “frigge”.
Quando mi fermo per far bere il mio GS850 e vedo “ Benvenuti in val Susa” mi si stampa, come ogni volta, il sorriso sul volto.
Ci siamo, Salbentrand.
La traccia vera e propria parte da qua, bel paesino, magari mi fermo a fare un giro…dopo…adesso voglio un po’ di terra!
Svolto a sinistra ed inizio a salire lungo una bella stradina che dopo qualche chilometro si trasforma, finalmente, in sentiero di terra.
Si sale, un occhio alla traccia e si, siamo “sulla retta via”.
Terra, sassi, qualche radice, sì, sì, sì, mi piace.
Il ritmo è il mio, calmo ed educato, anche perché tante curve sono cieche…non si sa mai. Qui i pezzi “a vista” sono pochi; ci sarà il tempo dopo per lasciarsi andare un po’.
Si continua a salire.
Bosco, bosco, qualche bel ponticello.
Che bello.
Man mano che si sale, la vegetazione inizia a mutare lasciando più spazio alla vista.
Siamo in una bella vallata, un panorama di tutto rispetto.
La salita al Monte Jafferau è anche famosa per la “sua” galleria; La Galleria dei Saraceni, quasi 900 metri scavati nella seconda guerra mondiale.
Non si vede mentre stai guidando, poi, mezza curva a destra ed ecco l’entrata.
La Galleria dei Saraceni
Mi fermo per respirare un pò e noto un piccolo fiumiciattolo che esce dalla galleria per finire giù, a valle.
Guardando dentro si nota che la luce sparisce dopo pochi metri…respect.
Ok, si entra.
Abbaglianti accesi…e niente…buia, umida e lunga, lunga, lunga.
900 metri sembrano pochi ma li dentro vi assicuro che sono eterni.
Devo essere sincero percorrendola qualche pensiero tipo: ma se scivolo? Se si spegne il faro? Se qualche lupetto si è ritirato qua a dormire? Un Orso? Se crolla?!?!
Ok, vedo la luce in fondo al tunnel, ci sono quasi.
Sono fuori, anche questa è andata…bella, bella, bella!
Dovrò farla anche al ritorno però!!!
Nonostante si possa salire da qua e scendere a Bardonecchia, ho scelto di tornare da dove sono venuto.
La discesa per Bardonecchia, seguendo le piste da sci, ho sentito da più parti che è abbastanza impegnativa ed essendo da solo…non la rischio.
Uscito dalla Saraceni, dopo pochi metri, si incontra quello che era uno dei primi Forti.
Si continua a salire, il fondo è sempre bello divertente.
Poco dopo il panorama cambia, e con esso, il ritmo che si può tenere, sempre con la testa, ma si può azzardare qualcosina in più, ricordandosi che siamo sempre “ospiti”.
Senza parole…
Siamo quasi in cima.
A destra, più in basso un altro forte, ma quello che attira di più è vedere proprio sulla cresta quel che resta del forte principale, il Forte Jafferau.
Mamma mia che spettacolo.
Si sale per qualche centinaio di metri ancora con un fondo di pietre che mi fan ballare tutto.
Ultimo tornante a sinistra e….stop.
Mi trovo davanti una bella salita, terra-pietra…cieca…non si vede come finisce.
Penso…
Vorrai mica fermarti qua?
Parto…
Prima, subito seconda e via che si sale….stretta…rotta e cieca…cosa vuoi chiedere di più…?
Alla fine eccoci, sul tetto del forte.
Senza parole…
Subito, mi vien da pensare “grazie Viola che mi hai svegliato”!!!!
Puoi credere o meno alle coincidenze, destino o altre cose simili, ma di sicuro se Cristian non avesse dato retta a Viola, non avrebbe avuto l’opportunità di vivere un’esperienza come questa.
A voi è mai capitata una coincidenza che vi ha fatto cambiare la giornata in modo inaspettato? Scrivetelo qui sotto nei commenti.
Seguite i nostri profili @assettomoto.it e @assettomoto.it_bikertravel per non perdere i nuovi articoli e le nostre collaborazioni. Trovate in entrambe le “bio” il link a tutti i nostri sponsor con i codici sconto per i vostri acquisti.
Narrazione del viaggio di Cristian Sola
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Bel giro! Da fare al più presto 😉
Merita davvero 😉
Bravissimo Cristian, mi hai fatto venire voglia di prendere e partire!
😁 grazie 🍻🍻