Il viaggio di Edo a Nordkapp è quasi giunto al termine. Gli ultimi giorni lo separano dall’arrivo a casa, dai suoi affetti più cari.
In questi chilometri, però, Edo incontra anche le ultime difficoltà con la moto e con il meteo che non gli rende giustizia fino all’ultimo chilometro.
Vi lasciamo ora all’ultimo capitolo di questo viaggio che ci ha accompagnato in queste settimane, buona lettura…
La città che sognavo da bambino
Ci dirigiamo sempre più a sud e raggiungiamo Oulu, qui passeremo la notte in un bel campeggio nella nostra tenda.
L’indomani maciniamo altri chilometri sempre nello stesso scenario della strada dritta ed infinita nella fitta foresta di abeti.
Ormai mi ha quasi annoiato, ma a destare la mia curiosità ci pensa la tappa d’arrivo di stasera, Helsinki!
Città che sognavo da bambino nel bestseller di Marko Leino, Miracolo in una notte d’inverno, che racconta la storia del bambino che diventerà il leggendario uomo del natale, e che ha come ambientazione questi luoghi magici.
Finalmente arrivato.
Ci sistemiamo in un curatissimo campeggio urbano, situato in un’area verde di Helsinki.
Siamo a due passi dalla metropolitana che la sera ci conducerà in poche fermate al centro città dove passeggiamo e ceniamo.
La sera, inoltre, continuano le mie peripezie con la catena della moto.
La lubrifico e sono costretto a regolare nuovamente la tensione…
Siamo sempre più vicini a casa, ma ancora la distanza da percorrere è davvero tanta e devo scongiurare un guasto proprio ora.
L’ultimo traghetto del viaggio
La mattina si riparte, questa volta la prima destinazione è l’ultimo traghetto del viaggio che, da Helsinki, ci condurrà nelle repubbliche baltiche.
Dal campeggio, al porto, sono meno di quindici chilometri, ma bastano per capire che ho sbagliato la tensione della catena…a moto carica e considerato il mio peso, è eccessiva e provoca il solito rumore delle maglie che non entrano in corona e slittano.
Una frustata ogni giro di catena.
Dopo questa ennesima sudata fredda a causa della catena, nell’attesa dell’imbarco, sistemo la tensione e faccio una breve prova nel piazzale.
Sembra che ora vada molto meglio.
Una volta imbarcati in questo traghetto enorme, mi rendo conto che è finita l’epoca del mal di mare nei piccoli traghetti delle traversate nell’agitato mare norvegese.
Questo traghetto è talmente grande che non è neppure necessario legare le motociclette, poiché le oscillazioni sono minime.
Trascorsa qualche ora a bordo arriviamo in Estonia.
Più precisamente a Tallin.
Una volta effettuato lo sbarco, attraverso la città e rimango sbalordito dalla sua bellezza architettonica.
Porta il segno di uno stampo lasciato dall’occupazione sovietica accostato ad un’estrema modernità creata laddove le bombe portarono distruzione durante la guerra.
Vorrei fermarmi qui più tempo, ma purtroppo il tempo è poco, agosto è agli sgoccioli ed è ancora lunga la strada prima del rientro.
L’attenzione alla guida aumenta
Entriamo in Lettonia dove ci fermiamo a Riga.
Ho modo di vedere Riga solo dalla moto, nel tragitto che ci porta al campeggio passando per il pieno centro.
La sera decido di non uscire ad esplorare la città, devo smaltire un po’ di stanchezza accumulata e devo riservare le energie per Varsavia dove, nel frattempo, ho prenotato una guida turistica.
La mattina successiva, una volta chiusa la tenda, ripartiamo percorrendo mezzo migliaio di chilometri in Lettonia e Lituania, sino ad entrare in Polonia.
Questo passaggio di confine segna un radicale cambiamento riguardo all’attenzione alla guida che qui dev’essere moltiplicata.
Già solo il passaggio della zona di frontiera implica un grosso pericolo.
L’acqua scende a catinelle e la strada è un agglomerato di asfalto vecchio e rotto interrotto da solchi enormi nei quali malauguratamente finisco un paio di volte, ingannato dall’acqua che li rende piscine invisibili e dove, una volta entrato, l’acqua arriva a metà cerchio.
Per fortuna la situazione del manto stradale migliora e raggiungiamo Varsavia, sempre sotto l’acqua ed in guardia per via degli automobilisti polacchi che prestano ben poche attenzioni a noi in moto.
Stasera, dopo molte notti in tenda dormiamo finalmente in albergo, posteggiamo la moto nel garage sotterraneo e approfittiamo della rigenerante comodità che la stanza d’albergo offre.
Ceniamo e ci riposiamo per l’indomani.
Le ultime serate con il resto del gruppo
La giornata è oggi diversa, inizia in un letto comodo, con una colazione continentale, e prosegue a piedi, ebbene sì, l’unica giornata del viaggio in cui non toccherò la moto nemmeno per percorrere un solo metro.
Ho prenotato da qualche giorno la visita guidata di Varsavia, che mi colpisce molto come città e mi piace sotto molti dei suoi aspetti, a partire dall’interessante storia, dalla sua architettura e dalla vita giovane e dinamica che la contraddistingue.
Il giorno dopo continua il viaggio, che ora è davvero agli sgoccioli.
Si parte sotto l’acqua con la tuta antipioggia in direzione Repubblica Ceca.
Percorriamo strade secondarie immerse nella natura e raggiungiamo una zona della R.Ceca nei pressi di Brno dove ci fermiamo a dormire.
E’ una zona di colline e vigneti che vagamente ricordano casa.
Qui ha luogo l’ultimo dei bivacchi dell’avventura, molto bello, sulle sponde di un lago frequentato da pescatori.
Riuniti di fronte all’ultimo falò del viaggio, tra una risata e l’altra, celebriamo quest’inno alla semplicità, ovvero dormire in una tenda e chiacchierare di fronte ad un falò che però ha qualcosa di magico.
Ci rende spensierati, felici, ed abbiamo modo di ringraziarci perché se il gruppo con cui ho viaggiato non fosse stato composto da persone così speciali, non sarebbe stato un viaggio tanto memorabile.
La mattina seguente smontiamo la tenda per l’ultima volta e ci rimettiamo in marcia, direzione Austria, più precisamente Villach che sarà il capolinea di questa avventura.
Arriviamo sotto l’acqua incessante e giusto il tempo di sistemarsi in Hotel che smette di piovere.
Ci prepariamo per l’ultima cena di gruppo e tra saluti emozionati si respira l’aria malinconica di rientro, ma con il sorriso che ci portiamo dietro da un’avventura strepitosa.
L’arrivo a casa con qualche imprevisto
La mattina seguente, dopo gli ultimi abbracci, una volta sciolto il gruppo ripartiamo, io e papà, di nuovo in due come eravamo partiti.
Il rientro sembra volare, è solo qualche ora di autostrada a separarci da Castiglione, eppure qualcosa doveva succedere.
Tra Brescia e Bergamo, in autostrada, ci coglie di sorpresa una bomba d’acqua che ci costringe a fermarci a causa del traffico molto congestionato.
I camion sono fermi e l’acqua arriva alla caviglia.
La situazione è troppo pericolosa per noi motociclisti, che in questo scenario siamo i più esposti e vulnerabili.
Ne approfittiamo così per fare una pausa pranzo sino a che la pioggia non si calma e ci consente di riprendere l’autostrada, ma nonostante il viaggio sia agli sgoccioli, l’avventura non finisce qui.
La povera catena grida vendetta, promette un’imminente rottura, e ciò mi suggerisce di percorrere gli ultimi centocinquanta chilometri a non più dei cento all’ora, godendomi l’ aria di libertà degli ultimi istanti di viaggio.
Proprio ora che siamo quasi a casa, però, una borsa decide di sganciarsi dal telaietto per un paio di volte, creando in me un po’ di sgomento, sembra un segno del destino, una cosa mai successa!
A borsa legata il viaggio può concludersi veramente…
Percorrere il vialetto di casa ha un sapore tutto nuovo, che porta la mente alle memorie di luoghi che nella mia mente rimarranno impressi.
Che bello riabbracciare la mamma dopo tanti giorni.
Sono tornato a casa con un anno in più e segnato da un viaggio che mi ha sicuramente migliorato.
Semplicemente grazie…
Tutto ciò è stato possibile grazie a lei, ed al mio papà, fedele compagno di viaggio, che in fondo è sempre il migliore che possa desiderare.
Un grazie speciale va a tutti gli amici che mi hanno supportato,e ad Andrea e Massimo di Assettomoto.it che hanno creduto in me sin dall’inizio e grazie alla quale ho avuto lo stimolo di raccontare questo viaggio.
Il merito più grande, però, va a lei, la mia piccola grande moto, comprata a diciotto anni come “tanto come prima moto va bene” mi ha portato letteralmente in capo al mondo, a Nordkapp, e con un cambio del kit catena corona e pignone è risorta regalandomi sempre nuove avventure.
Una motocicletta spesso e volentieri non considerata all’altezza di lunghi viaggi, ma che ha lasciato tutti a bocca aperta. Brava Benellona!
Infine grazie mille a voi che siete arrivati sin qui e avete dedicato parte del vostro tempo nella lettura di questa storia che spero di cuore vi sia piaciuta.
A presto con nuove avventure.
Edoardo Faliero
Grazie anche da parte nostra per averci accompagnato in tutti questi capitoli immaginando con noi di affiancare Edo in questo incredibile viaggio.
Continuate a seguire i prossimi racconti che usciranno, come sempre, ogni weekend sulla sezione “in moto con voi”.
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Narrazione del viaggio di Edoardo Faliero
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Cosa dire…. sono Fiero e Onorato di aver potuto fare questo viaggio e tutte le altre avventure con Edoardo il mio figlio più grande dei tre.
E le faccio i miei complimenti per come ha raccontato questa impresa facendomi rivivere le magnifiche emozioni vissute.
Continua così .
Papà Mario
Mi piace l’idea di leggere un racconto di un ragazzo, catturato dalla voglia di libertà, pronto a nuove sfide. Se quel ragazzo è mio figlio la lettura diventa un groviglio di emozioni, sovrastate dalla consapevolezza che è la mia parte migliore.
La vita è il viaggio.
Mi piace l’idea di leggere un racconto di un ragazzo, catturato dalla voglia di libertà, pronto a nuove sfide. Se quel ragazzo è mio figlio la lettura diventa un groviglio di emozioni, sovrastate dalla consapevolezza che è la mia parte migliore.
Sono orgogliosa e ammirata di ciò che stai diventando.
Caro Edo, il tuo racconto mi ha fatto rivivere quei giorni meravigliosi passati insieme per raggiungere NordKapp. Per me è stata la terza volta e senzaltro la più bella . Uno dei motivi, oltre al tipo di viaggio wilde, è stato avere avuto la possibilità di conoscerti e diventare tuo amico,cosa che per me è motivo di grande soddisfazione ed emozione. Io ho 68 anni ma conoscere ragazzi come te , è veramente un piacere e ti fa pensare ad un mondo futuro molto migliore.Spero di avere la possibilità di averti come compagno di viaggio per i prossimi viaggi : cosa dici, prendiamo su anche Mario? Solo se fa il bravo…. però.